Un caso esemplare nello Myanmar (Birmania)
Qualche giorno fa è comparsa sul sito della Reuters e presto rimbalzata sulle maggiori testate mondiali, (NYTimes…), la notizia che in Myanmar, (Birmania), alcune popolazioni, coadiuvate da agenzie ONU, stanno, con successo, inserendo la coltivazione del gelso e la bachicoltura per la produzione di seta in sostituzione delle piantagioni di papavero da oppio, finalizzate alla produzione di droghe quali eroina e morfina.
Ci troviamo a Tangyan nella parte nord orientale del Myanmar, (Birmania), a pochi chilometri dal confine con la Cina, (provincia delle Yunnan), dove più di 41.000 ettari erano ancora nel 2014 coltivati a papavero per produzione di oppio per eroina. (Dati UNODC).
- Profitti più rapidi dati da un doppio raccolto annuale garantito dalla bachicoltura;
- Un’attività, quella della coltivazione del gelso e della bachicoltura che ben si adatta a piccolissime realtà produttive spesso associate a famiglie in ambiti rurali;
- Caduta del prezzo dell’oppio a causa dell’incremento produttivo avvenuto in Afghanistan;
- L’avvento delle droghe sintetiche.
Sono questi i fondamentali motivi che dopo anni di fallimenti, hanno permesso al programma dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine, (UNODC), di ottenere i primi successi: sempre più famiglie stanno aderendo a programmi di riconversione, più di 1000 agricoltori e 1800 famiglie sono passati da piantagioni di oppio a coltivazioni di gelsi e bachicoltura.
“Questa riconversione “, dichiarano dall’UNODC, “fatta sulla base di una effettiva convenienza economica, grazie al sostegno di sericulturalisti cinesi, determinerà cambiamenti notevoli sia dal punto di vista agricolo, con un miglioramento delle condizioni del territorio, ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale con una diminuzione, che risulta già oggi evidente, della criminalità associata alla coltivazione del papavero, nonché al calo della produzione di oppio”