Il Genio di Leonardo celebra con la seta ed il Gelso Ludovico il Moro
La seta di Gelso è la protagonista della Milano del Rinascimento. 1498, Castello Sforzesco. Il Duca Ludovico Sforza entra per la prima volta nella Sala che poi sarà denominata “delle Asse” per verificare il lavoro, commissionato a Leonardo Da Vinci solo cinque mesi prima. Una sala rettangolare, al piano terreno del Castello Sforzesco, il lato maggiore di circa quindici metri, posta nell’angolo Nord del Castello.
Un progetto per donare alla dimora milanese un elemento di pura ispirazione ed esaltazione della natura, ma non solo.
La nostra immaginazione si sofferma sullo stupore nell’espressione del Duca, immedesimandoci nelle stesse sensazioni che a distanza di 521 anni, ci dona ora il restauro. In questi giorni la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia ha restaurato ed inaugurato questa sala presentandola come uno degli eventi più importanti per ricordare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.
La Sala delle Asse, denominata in tal modo per la serie di assi che si ritiene un tempo rivestissero le pareti al fine di coibentarle, rappresentò una vera e propria sfida per Leonardo. Si trattava di una prima sperimentazione di decorazioni illusorie a connotazione naturalistica che nell’animo del progetto Leonardesco doveva ricreare uno spazio intimo all’interno di un’architettura chiusa e severa come era quella del Castello Sforzesco. Il simbolismo utilizzato lo rende un contenitore in grado di evocare tramite la natura le virtù di saggezza, prudenza e fortezza per celebrare Ludovico il Moro.
Il Gelso fu scelto da Leonardo quale riferimento botanico e naturale
Pietro Marani è certamente uno dei maggiori conoscitori e studiosi dell’arte di Leonardo. Nel 1982 identifica nei diciotto alberi raffigurati dei Gelsi dandocene una interessante spiegazione.
Perché il Gelso ed il richiamo alla seta di Gelso?
Perché “Il Moro” deriva da Gelso dal dialetto Moròn e latino Morus.
Leonardo era uno studioso attento, tra i suoi autori preferiti lo scrittore filosofo Plinio il Vecchio il quale, nella Naturalis historia che Leonardo ben conosceva afferma:“alcune piante fioriscono durante la germinazione e maturano più velocemente: tra queste c’è il gelso, che delle piante coltivate è l’ultima a germogliare, in quanto lo fa solo quando è finito il freddo, e per questo è detta la più saggia delle piante. Ma quando inizia a germogliare, lo fa anche nello spazio di una sola notte, tanto che si può addirittura sentire far rumore”). Da qui il passaggio: Ludovico, il Moro, il Gelso, la saggezza e prudenza.
Per Leonardo la seta di Gelso era un riferimento chiaro all’economia del ducato di Milano, legato alla crescita, all’allevamento ed alla produzione del baco da seta e della Seta di Gelso con notevoli incrementi di crescita e con la nascita di numerose seterie. Un omaggio alla produttività economica della Milano degli Sforza.
Il fatto, non casuale, che i tronchi dei gelsi assumano le forme ed il posto delle colonne, come raffigurato da Leonardo, richiamandosi probabilmente all’architettura quattrocentesca di Bramante delle colonne della canonica di Sant’Ambrogio a Milano, sta a celebrare la fortezza, la solidità di Ludovico visto come colonna dello stato Sforzesco.
Per celebrare compiutamente l’evento, a pochi passi dalla Sale delle Asse, è stato istallato un nuovo pergolato sul quale verranno fatti crescere 18 piante di Gelso. Il Gelso e la sua saggezza rivivono a Milano.