Le microplastiche da fibre tessili sintetiche, tra i primi responsabile dell’inquinamento dei nostri mari

L’abbigliamento in fibre sintetiche nemico numero 1 dei nostri oceani

Le microplastiche derivanti da fibre tessili sintetiche, utilizzate nei tessuti e nelle imbottiture per abbigliamento, negli accessori o nell’home textile, sono una delle maggiori fonti di inquinamento marino da plastiche.

Che cosa si intende per microplastiche e cosa per microplastiche da fibre tessili?

  • Vengono considerate microplastiche quelle particelle, di origine antropica, di dimensioni tra i 5 mm, (misura convenzionale che le separa dalla mesoplastiche), ed i 330um.;
  • Si definiscono microplastiche primarie quelle che non si formano dalla decomposizione di rifiuti. Rappresentano tra il 15 ed il 35% dei circa 9,5 milioni di Ton. di plastica sversate ogni anno in mare;
  • Il 35/40% delle microplastiche primarie provengono dall’uso e dal lavaggio di tessuti ed imbottiture sintetiche.

Quali sono le problematiche derivanti dalle microplastiche?

Per comprendere appieno l’entità del problema sono eloquenti alcune citazioni da studi e ricerche di organismi internazionali:

  • “Le microplastiche costituiscono un’enorme problematica di inquinamento assodato per gli ecosistemi acquatici, marini e continentali” (Eriksen et al., 2013; Castañeda, 2014; Ivar do Sul & Costa, 2014);
  • L’inquinamento da microplastiche negli oceani rientra tra le sei minacce ambientali emergenti. Una volta in mare queste vengono ingerite dalla fauna, assieme alle sostanze tossiche accumulate. Il rischio è nello squilibrio della catena alimentare” Rapporto Frontiers 2016, rilasciato dall’UNEP;
inquinamento da microplastiche nelle fibre tessili sintetiche dei capi d'abbigliamento
  • “In media l’83% dei campioni risulta contaminato. Abbiamo abbastanza dati per verificare come l’impatto che sta avendo sulla fauna è preoccupante e se sta avendo questo impatto sulla fauna, come possiamo pensare che non stia avendo un qualche impatto su di noi?” Sherri Mason esperta di microplastiche Orb Media no profit – Washington \ State University of New York pubblicato su Guardian;
  • “la presenza e l’accumulo di microplastiche nei mari rappresenta un grave problema sia per l’impatto sull’ecosistema sia per la biodiversità in quanto tali microplastiche possono essere ingerite dagli organismi marini entrando così nella catena alimentare. L’ingestione di microplastiche rappresenta un via potenziale per il trasferimento di inquinanti, monomeri e additivi agli organismi, con conseguenze imprevedibili per la salute” Life+ project MERMAIDS “Mitigation of microplastics impact caused by textile washing processes” – project reference LIFE13 ENV/IT/001069;
  • “Siamo ormai giunti ad un livello di inquinamento da plastiche da rendere quasi impossibile, almeno nel breve termine, una soluzione reale al problema, sebbene ci si possa adoperare quantomeno per contrastarlo”. studio IUCN (Primary Microplastics in the Ocean);
  • L’abbigliamento sintetico scarica ogni anno mezzo milione di tonnellate di microfibre negli oceani, (una quantità paragonabile a circa 50 miliardi di bottiglie di plastica). Fondazione Ellen MacArthur studio (A New textiles economy).

Quali sono i danni sull’uomo oltre quelli già evidenti sull’ecosistema?

Le microplastiche primarie da fibre tessili sintetiche, per effetto dei lavaggi ai quali i tessuti e le imbottiture sintetiche vengono sottoposte, riescono per le loro minuscole dimensioni a non essere intercettate dagli impianti trattamento acque e si accumulano in qualsiasi bacino d’acqua.

Le problematiche ad esse relative sono essenzialmente legate a:

  • Salute della fauna ittica che se ne alimenta. Sono innumerevoli gli stuti internazionali che hanno verificato come ogni tipologia di abitante marino (dai molluschi, ai pesci, ai mammiferi) ingeriscano e si “alimentino” di microplastiche derivanti da fibre sintetiche.
  • Passaggio lungo la catena alimentare. Più che di rischio per l’uomo possiamo parlare di un’assoluta certezza. L’accumulo e l’ingestione diretta od indiretta, (cibarsi di animali che hanno ingerito microplastiche), può determinare 2 tipi di impatti:
    • di natura fisica (ad es. lesione agli organi dove avviene l’accumulo)
    • di natura chimica (trasferimento ed accumulo di sostanze inquinanti). Le tipologie di sostanze ed inquinanti presenti nelle plastiche sono oggetto di un enorme ed ampio campo bibliografico al quale far riferimento (Es. Bisfenolo/Ftalati/Nonifenoli/PBDE/Policlorobifenili/Idrocarburi Aromatici/Residui di pesticidi)

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