Per un mare ed un mondo da salvare.
Poche settimane fa avevamo proposto un approfondimento dal titolo: “Le microplastiche da fibre tessili sintetiche, tra i primi responsabile dell’inquinamento dei nostri mari”.
Il fine era quello di condividere l’enorme problematica relativa all'inquinamento da microfibre in plastica generate da tessuti, imbottiture e prodotti tessili in fibre sintetiche.

Avevano utilizzato un immagine evocativa: una grossa balena ricoperta da minuscoli frammenti di plastica.
Da oggi fino al 22 Aprile 2018 a Roma, presso l’Auditorium parco della Musica, si terrà la rassegna promossa dal National Geographic con il titolo La causa delle cose".
Una delle protagoniste assolute sarà Plasticus, (Plastc-whale), la balena di 10 metri di “Sky Ocean Rescue-Un mare da salvare” creata con 250 Kg. di rifiuti di plastica.
250 Kg. rappresentano il quantitativo di plastica che viene gettato e/o scaricato in mare OGNI Secondo!!. Recenti ricerche, studi e campionamenti hanno determinato che l'inquinamento da microfibre plastiche è dovuto ad una serie di fattori tra i quali spiccano:
- tra il 15 ed il 35 % delle plastiche sversate in acqua è rappresentato da microplastiche primarie (inferiori ai 5 mm. di dimensione);
- il 35/40% delle microplastiche primarie derivano direttamente dall’uso e dal lavaggio di tessuti, imbottiture, capi di abbigliamento in fibre sintetiche.
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Oltre mezzo milione di persone hanno potuto “incontrare” Plasticus nel corso del tour che da Londra l’ha portata in una serie di tappe in Inghilterra, Galles e Scozia. Milioni di persone, attraverso i media ed i social, hanno avuto la possibilità di “conoscerla” e grazie alla campagna “Name the Whale”, di suggerirne il nome.
Plasticus arriva a Roma ed in Italia per lanciare un messaggio: con il contributo di ciascuno è possibile lasciare un mare più pulito alle nuove generazioni, prendendo coscienza dell’immenso patrimonio naturale già andato perduto. Attraverso piccole azioni quotidiane ed un cambiamento delle nostre decisioni, anche di spesa, sarà possibile assicurare un futuro migliore ai nostri mari.